Passeggiando per il Parco Nord è facile imbattersi in canali, piccoli stagni, laghetti e specchi d’acqua più grandi. Il sistema delle acque superficiali del Parco Nord è formato da sette laghetti (in parte naturalizzati), un grande lago di circa 5.000 m2 di superficie e una fitta rete di canali che, insieme al tratto di Seveso che scorre entro i confini del Parco, formano un reticolo irriguo di oltre 11 km.
Il Parco Nord, però, non ha sorgenti naturali. Da dove arriva tutta l’acqua necessaria ad alimentare questo complesso sistema idrico? Da un sistema di irrigazione artificiale. A parte il tratto del torrente Seveso, infatti, tutti i corsi e i bacini d’acqua del Parco sono stati realizzati dall’uomo, prendendo l’acqua dal Canale del Villoresi ( che collega il Ticino all’Adda) e da alcuni pozzi nei comuni di Milano, Bresso e Cinisello Balsamo.
Grazie a questo apporto idrico è stato possibile costruire, nel corso degli anni, nuovi specchi d’acqua, prima nella zona est del parco poi, a partire dai primi anni 2000, anche nell’ala ovest. L’artificialità del sistema di approvvigionamento, comunque, non significa che non ci troviamo in un ambiente naturale. Il sistema dei Laghetti del Parco Nord, infatti, è un ecosistema a tutti gli effetti in cui è possibile trovare flora e fauna tipica degli ambienti umidi. Il collegamento col canale Villoresi, infatti, crea uno scambio con la fauna presente nelle sue acque (provenienti dal Ticino) che arricchisce i bacini del Parco di specie ittiche e non solo. Per questo motivo, inoltre, il parco è stato inserito nel progetto di connessione della Rete Ecologica Regionale (R.E.R.).
La fauna proveniente dal Villoresi, inoltre, attira uccelli, anfibi e rettili che contribuiscono ad aumentare la biodiversità del Parco.
In questo contesto, molto importanti sono state anche le piantumazioni che hanno seguito i lavori di costruzione dei laghetti. La vegetazione ripariale, infatti, crea un habitat particolare, ricco di nicchie ecologiche che possono ospitare una grande varietà di animali. Per questi motivi, passeggiando per il Parco Nord, è possibile imbattersi in specie come l’Airone cenerino o la Gallinella d’acqua, specie acquatiche che hanno scelto le zone umide del parco come dimora.
Le zone umide sono degli habitat molto importanti dal punto di vista della biodiversità, tanto che sono protette da una convenzione apposita: la Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale, Ramsar 1971. Oltre ad essere zone ricche di biodiversità, sono cruciali punti di passaggio per le specie migratorie che le utilizzano come “stepping stones” (zone di sosta e di alimentazione) o come siti di nidificazione. Inoltre, le zone umide rompono la monotonia del paesaggio creando piacevoli zone ricreative per le famiglie e punti di avvistamento per gli appassionati di bird watching.
Progetti per l’ambiente: “progetto esecutivo di riqualificazione fiume Seveso – Intervento previsto dall’AQST “Contratto di fiume Seveso” ed inerente “Progetto di riqualificazione del Seveso – sicurezza idraulica, qualità acque e naturalità sponde, valorizzazione paesaggistica, culturale e fruitiva” – Fondi FSC: d.g.r. n. X/1727/2014”, approvato con determinazione n. 164/427 del 03/11/2015.
Collaborazioni istituzionali: PAR FSC 2007-2013 – Linea di azione 1.4.1 – AdP per la Salvaguardia idraulica e la riqualificazione dei corsi d’acqua dell’area metropolitana milanese (approvato con D.A.R. del 3/07/2009, n. 6830) e Programmi d’azione degli AQST “Contratto di Fiume Olona-Bozzente-Lura”, “Contratto di Fiume Seveso” e “Contratto di Fiume Lambro Settentrionale” (d.g.r. 30 aprile 2014, n. X/1727). Convenzione sottoscritta in data 04/09/2014.