Il futuro del Parco tra esperienze, sfide e progetti per una sostenibilità condivisa: intervista al Presidente Marzio Marzorati
In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, abbiamo avuto il piacere di intervistare il Presidente del Parco, Marzio Marzorati. In questa intervista, ci parla delle principali differenze tra il mandato precedente e quello attuale, delle nuove aree acquisite dal Parco, delle strategie adottate per affrontare le sfide climatiche e ambientali, e delle iniziative in programma per celebrare il 50° anniversario del Parco. Scopriamo insieme le esperienze, le sfide e i progetti futuri che renderanno il Parco Nord Milano un luogo ancora più sostenibile e accogliente per tutti/e.
Quali sono le principali differenze tra il mandato precedente e quello attuale? Cosa si porta dietro dall’esperienza passata e quali novità intende introdurre?
Le differenze maggiori stanno nell’acquisizione di esperienza e conoscenza del Parco, delle sue relazioni e delle sue effettive potenzialità. In cinque anni ho potuto condividere e apprezzare il grande valore professionale dei lavoratori e delle lavoratrici del Parco. Ho cercato di avvicinare il Parco alle Comunità locali e agli Enti pubblici che sono soci istituzionali, ho lavorato intensamente con i Comuni e Città Metropolitana. È stato un impegno di tessitura costante mettendo in rete le diverse azioni e creando un gruppo coeso e appassionato per la gestione, partecipando anche alle sfide più generali delle Aree Protette lombarde insieme alla Rete dei Parchi lombardi. Abbiamo realizzato diversi progetti e lo abbiamo fatto migliorando le capacità realizzative e le relazioni istituzionali e sociali. I prossimi anni saranno caratterizzati dal consolidamento dei risultati raggiunti, dal miglioramento delle capacità di gestione, dall’azione di manutenzione e mantenimento degli spazi verdi, dal miglioramento degli aspetti fruitivi e dal monitoraggio della biodiversità. Porto con me la consapevolezza che il bene pubblico che tuteliamo sia diventato bene comune e sia indispensabile per il benessere della popolazione e della vita non umana. Il legame con la natura è per noi imprescindibile, oltre all’azione di tutela dovranno essere attivati e stimolati i processi di cura e partecipazione delle persone.
Le nuove aree acquisite dal Parco offrono molte opportunità. Quali idee e progetti immagina per integrarle nella vita del Parco e renderle accessibili alla cittadinanza?
Proprio nel periodo drammatico del Covid, nel quale abbiamo chiuso il Parco alla fruizione, ci siamo accorti del valore del nostro territorio naturale e della sua necessità per i quasi 3,5 milioni di fruitori e fruitrici. Abbiamo per questo, attraverso un prestito e la campagna “Insieme per la Terra”, acquisito al patrimonio del Parco nuovo territorio. Insomma abbiamo cercato di pagare in parte il debito che tutti noi abbiamo con la natura salvaguardando il suolo libero per stimolare una agricoltura più prossima alla città e più sostenibile e per creare nuovi percorsi fruitivi. Questa azione si è concentrata particolarmente nell’area della Balossa dove la presenza del Parco era stata più debole anche e soprattutto per mancanza di terreni pubblici. Ora con quasi 25 ettari di suolo e con l’acquisizione dell’hangar Balossa, un edificio agricolo che sarà la seconda casa del Parco, tutto cambierà. In questa trasformazione, che vorremmo diventasse un cambiamento anche dei quartieri, le comunità locali saranno protagoniste di nuova bellezza. Abbiamo pensato di mantenere il collegamento tra arte e terra e proporremmo progetti che facciano vivere la cultura e creatività del Parco.
In un periodo storico segnato dalle sfide climatiche e ambientali, quali strategie sta adottando il Parco per contribuire alla sostenibilità e alla resilienza ecologica?
Le aree verdi nella tessitura urbana non solo degli spazi vuoti ma spazi pieni di natura, agricoltura e suolo libero. La funzione delle aree verdi è determinante nella sfida climatica perché permette la realizzazione di interventi di adattamento indispensabili per sopravvivere al cambiamento climatico. Il Parco è un regolatore della temperatura della città, permette all’acqua di raggiungere la falda quando le piogge sono intense e rende possibile il mantenimento della stessa nei periodi di siccità. Inoltre il Parco, attraverso la sua rete di laghi, permetterà l’utilizzo dell’acqua depurata recuperando questa importante risorsa nella rete irrigua. Il progetto che si sta realizzando con CAP è strategico per il recupero della risorsa idrica e anche per gli interventi di invarianza idraulica. La rete delle aree verdi metropolitane è indispensabile per affrontare le sfide del cambiamento climatico e i problemi ambientali e sociali da esso generati. Con i Parchi le aree urbane sono non solo più resilienti e belle ma anche più forti e capaci di affrontare i cambiamenti, riducendo i rischi e governando gli eventi estremi.
Il 2025 segnerà il 50° anniversario del Parco. Quali iniziative sono in programma per celebrare questa ricorrenza e coinvolgere le persone che lo vivono quotidianamente?
Stiamo proprio ora predisponendo il programma degli eventi che accompagneranno i nostri 50 anni di vita. Non è poco mezzo secolo di lavoro per la natura in città. Molti protagonisti di questa avventura sono ancora impegnati nel Parco e nella sua azione quotidiana di manutenzione e creazione di natura. Vorremo in questo anniversario celebrare proprio la straordinarietà delle azioni quotidiane che il parco ha realizzato, il suo esserci sempre, ogni volta che lo viviamo, che lo attraversiamo, che lo osserviamo e godiamo di lui. Cinquanta anni di cura costante e paziente che evidenzieremo creando un programma che sappia parlare alle comunità locali di questa grande valore comune e popolare a cui abbiamo dato vita. Parleremo della indispensabilità del Parco ma anche del suo quotidiano lavoro, di tutto ciò che facciamo anche noi ogni giorno per vivere ed essere felici. Ecco, il parco sarà il prossimo anno un luogo ancora più felice, colorato, musicale e partecipato. Per l’anniversario saranno chiamati tutti gli attori, associazioni, istituzioni, persone che lo rendono unico ogni giorno. Noi ci saremo, se ci sarete anche voi amanti del Parco.
Qual è secondo lei l’aspetto più unico e speciale del Parco, qualcosa che chi lo vive ogni giorno potrebbe non notare subito, ma che vale la pena scoprire?
Il valore del Parco è proprio la sua costante presenza, uno spazio continuo di cura della natura di cui siamo parte. Per poterlo apprezzare dobbiamo fermarci, riposare, osservare e cogliere il cambiamento costante del suo paesaggio. Ecco forse l’aspetto unico e speciale del Parco è quello di cambiarci mentre lo viviamo, diventiamo migliori perché la natura ha questa forza e capacità di farci vivere meglio. Vale la pena scoprire in città la relazione che abbiamo con il mondo vivente. A volte vogliamo sempre di più, consumare e possedere, e non ci accorgiamo che abbiamo già raggiunto il meglio di quanto possibile, che la sfida è il suo mantenimento e la sua cura, ecco, vale la pena scoprire che lo straordinario è proprio ciò che già abbiamo e ogni giorno migliora con la sua vita. Del Parco mi sorprende sempre l’amore che ogni persona che lo conosce trasmette per questo luogo, di come lo descrive, e vive, e condivide, e anima e di come ne parla agli altri e alle altre. Vale la pena scoprire la narrazione quotidiana del Parco che è un racconto di pace e nonviolenza.
C’è un progetto o un sogno che spera di realizzare durante il suo mandato e che potrebbe lasciare un’impronta duratura nella lunga storia del Parco?
Certamente il Parco Metropolitano Milanese è il mio grande sogno. Un’area che già esiste fatta dal parco Agricolo Sud Milano, dal Parco Nord Milano, dalla rete dei PLIS, dalle aree forestate del progetto Forestami, dalle estese aree verdi pubbliche che abbracciano tutto il suolo libero dell’area Metropolitana. Un polmone verde per i 3,5 milioni di persone che vivono nello spazio metropolitano sempre più affaticati, frenetici e intensamente impegnati. Oggi questo progetto deve essere sposato dalla politica e diventare un intervento di gestione e cura che comprenda le importanti aree agricole che fanno del sud Milano un luogo unico. La città per rigenerarsi deve azzerare il consumo di suolo e proporre la qualità ambientale del territorio. Tutto ciò può essere realizzato attraverso un’area vasta, governata attraverso la rete ecologica e gli spazi agricoli. La città estesa diventa più bella e quindi più vivibile. Il nostro Parco nel frattempo allarga i suoi confini e quindi consolida la propria sfida che attraverso il consumo di suolo zero si disegna la nuova città, si rigenerano gli spazi, si contrasta la crisi climatica e si permette una migliore qualità della vita. L’opportunità del Parco Metropolitano è del tutto evidente e ora non viene colta semplicemente perché il nostro sguardo è rivolto altrove, se cambiamo punto di vista allora tutto questo è possibile perché già esistente ed è già indispensabile.
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