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La vegetazione

Nel parco i prati sono più di due milioni di metri quadri, diversi per tipologie e funzioni, da terreni agricoli a prati sub irrigati con frequenza di taglio elevata, tra questi circa 500.00 mq è formata da grandi distese prative, che rappresentano un valore, una ricchezza da preservare e valorizzare, tenendo in considerazione il contesto di elevata urbanizzazione che circonda il parco. Il parco ha scelto di gestire queste grandi aree nel modo meno urbano possibile, sapendo che molte aree vengono mantenute con elevati standard tipici della città. Questo spiega il motivo per cui nei mesi primaverili ed estivi capita di osservare molti prati, o alcune porzioni di essi, con l’erba alta, condotti a fieno, e non solo. Questa scelta ha lo scopo da una parte di educare i cittadini all’ambiente, affinché l’uomo possa adeguare i propri comportamenti e aspettative, dall’altro di rispettare i cicli della natura, consentendo alle erbe e ai fiori di maturare e andare a seme, agli insetti impollinatori di cercare il nettare e di trasportare il polline, all’avifauna di fare il nido e di trovare il cibo, e ad una moltitudine di animali di trovare un habitat adeguato.

Il Parco ospita una flora spontanea particolarmente interessante e annovera diverse specie di pregio, soprattutto tra quelle erbacee.

Segnaliamo il Fiordaliso (Centaurea cyanus), dai fiori blu, ormai sempre più raro, e il Papavero (Papaver rhoeas), dai caratteristici fiori rossi. Nei prati del Parco è stata poi rilevata la presenza del Garofanino dei Certosini (Dianthus carthusianorum), un garofano dai fiori rosati, e il Lino selvatico (Linum perenne), dalle delicate corolle azzurre. Più comuni sono invece la Salvia dei prati (Salvia pratensis), dai fiori violacei, che può raggiungere i 50 cm di altezza, e la piccola Viola del pensiero (Viola tricolor)Sono inoltre presenti alcune specie nemorali, tipiche del sottobosco, in alcune aree del Parco dove sono presenti piccoli boschetti e antichi filari come quelli lungo il corso del fiume Seveso, nonché in parchi storici come quello di Villa Manzoni a Cormano, che erano presenti prima dell’istituzione dell’area protetta. Fra queste, in primavera, ancor prima che gli individui arborei ad alto fusto inizino a germogliare, fanno capolino nel sottobosco il Bucaneve (Galanthus nivalis), l’Anemone bianca (Anemonoides nemorosa) e la Pervinca minore (Vinca minor). Un’altra specie legata a tali ambienti è la Scilla silvestre (Scilla bifolia), la Viola bianca (Viola alba), la Viola mammola (Viola odorata), la Viola silvestre (Viola reichenbachiana), la Viola soave (Viola suavis), l’Anemone giallo (Anemonoides ranuncoloides) ed il Ranuncolo favagello (Ranunculus ficaria), la Fragola selvatica (Fragaria vesca) ed il Gigaro chiaro (Arum italicum), quest’ultimo segnalato lungo le sponde del fiume Seveso. Le piante nemorali sono specie così rare e localizzate nella Pianura Padana particolarmente limitata alle fasce boscate lungo le rive fluviali, tanto che molte di esse sono soggette a tutela in base alla L.R. 31 Marzo 2008, n.10 “Disposizione per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea”. Relativamente agli ambienti secchi, lungo gli acciottolati delle linee tramviarie è possibile riscontrare la presenza della Borracina bianca (Sedum album). Perla floristica del Parco è la Cefalantera maggiore (Cephalanthera longifolia).

Boschi in ambiente urbano

Gli spazi verdi urbani sono certamente meno ricchi di risorse naturali rispetto agli altri ecosistemi forestali, ciò nonostante essi rappresentano per moltissime persone la più immediata, se non unica, possibilità di contatto con la natura. Queste aree verdi hanno un ruolo fondamentale poiché migliorano la qualità dell’aria, assorbono l’anidride carbonica e di conseguenza contribuiscono ad abbattere i gas serra responsabili dei cambiamenti climatici e contrastano inoltre l’effetto “isola di calore” nelle città attraverso l’ombreggiamento e la traspirazione delle piante, mitigando la temperatura dell’ambiente circostante. Anche se costituiscono una frazione forse insignificante rispetto al patrimonio forestale del pianeta, i parchi e il verde metropolitano in generale sono gli unici luoghi che possono contribuire al mantenimento della biodiversità animale e vegetale in un ambiente fortemente antropizzato come quello cittadino. Non meno importante è il ruolo che i parchi urbani hanno nell’educazione ambientale, nel promuovere e divulgare comportamenti più consapevoli e rispettosi dell’ambiente in un’ottica di sostenibilità.

    martedì 14, Gennaio 2020
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