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Contenuti extra sugli anfibi

La rana verde

Nome scientifico: Pelophylax sp.

Classificazione sistematica:

Classe: Anfibi

Ordine: Anuri

Famiglia: Ranidi

Genere: Pelophylax

Le rane verdi sono difficili da distinguere e sono necessarie analisi genetiche per il riconoscimento delle diverse specie. Pelophylax lessonae è la rana verde autoctona, mentre Pelophylax ridibundus è la specie alloctona introdotta in Italia dall’Europa Orientale. Le due specie si accoppiano e generano un ibrido chiamato Pelophylax esculentus. I geni di Pelophylax ridibundus sono dominanti e così negli ibridi sta scomparendo la componente genetica di Pelophylax lessonae. L’ibrido viene definito “parassita genetico”.

Distribuzione geografica: In Italia sono diffuse in tutte le regioni.

Identificazione: La rana verde è un anfibio acquatico che può raggiungere una lunghezza massima di 17 cm, ma i maschi non superano i 12 cm. La testa è relativamente grande e le zampe posteriori, molto lunghe, le forniscono una notevole abilità nel salto. La specie ha una colorazione variabile, ma in genere mostra un fondo verde chiaro con delle macchie di un verde oliva o più scuro sul dorso, a volte le macchie si fondono a formare bande longitudinali. Il ventre è biancastro, a volte macchiato. Il capo ha forma triangolare, occhi sporgenti e timpano ben visibile. Gli occhi sono di grandi dimensioni con pupilla orizzontale quasi tondeggiante. I maschi sono più piccoli delle femmine, hanno arti anteriori più robusti e dei calli in corrispondenza del primo dito, infine, sono provvisti di sacche vocali ai lati della bocca.

Habitat ed ecologia: Sono rane a vita prevalentemente acquatica, colonizzano zone cespugliate e aperte, prediligono le acque lente o ferme, come stagni o pozze d’acqua ricche di vegetazione, dove trovare rifugio. Possono allontanarsi dall’acqua anche di alcuni chilometri perché possiedono una struttura fisica che consente loro di scavare sottoterra per sfuggire ad eventuali condizioni sfavorevoli. Durante il periodo invernale, da novembre a febbraio, trascorrono il letargo sul fondo di buche di una discreta profondità. Gli adulti si nutrono di artropodi, anellidi e gasteropodi, ma sono anche cannibali. I girini sono detritivori.

Riproduzione: I maschi per attirare le femmine gracidano, emettono cioè un verso gonfiando le sacche vocali nelle guance. In genere le femmine cercano il maschio che produce il gracidio più potente per accoppiarsi. Durante l’accoppiamento, che avviene in giugno, il maschio tiene la femmina per le ascelle; le uova (complessivamente parecchie migliaia) vengono deposte in grossi ammassi sul fondo dell’acqua, dove avviene la fecondazione esterna. Dall’uovo esce il girino, che compie il proprio ciclo vitale in tempi variabili tra 1,5 e 3 mesi. Alla fine della metamorfosi il girino sviluppa le zampe posteriori per saltare, polmoni per respirare fuori dall’acqua, riassorbe la coda e cambia regime alimentare, passando da detritivoro a carnivoro.

Stato di conservazione: Le rane verdi sono presenti nell’allegato IV e V della Direttiva Habitat e nell’ Appendice III della convenzione di Berna. Secondo la IUCN la popolazione è a minor preoccupazione (Least Concern). La specie è minacciata dalla perdita di zone umide dovuta all’utilizzo delle risorse idriche, dalla frammentazione degli habitat, dall’uso di diserbanti e pesticidi in agricoltura. Anche la presenza delle rane verdi alloctone è un fattore di declino a causa della competizione per habitat e risorse alimentari.

 

 

Il rospo smeraldino

Nome scientifico: Bufotes balearicus

Classificazione sistematica:

Classe: Anfibi

Ordine: Anuri

Famiglia: Bufonidae

Genere: Bufotes

Esistono 4 sottospecie di rospo smeraldino: Bufotes viridis, Bufotes balearicus, Bufotes siculus e Bufotes boulengeri.

Distribuzione geografica: In Italia, Bufotes viridis è presente in Veneto, Friuli e Trentino, la sottospecie Bufotes Balearicus è presente in Piemonte, Lombardia fino alla Calabria e in Sardegna, Bufotes siculus è presente solo in Sicilia mentre Bufotes boulengeri abita solo nell’isola di Lampedusa.

Identificazione: Il rospo smeraldino raggiunge al massimo i 10 cm e ha un corpo tozzo e verrucoso. La sua colorazione è molto variabile: marrone o bianco con chiazze verde smeraldo. Inoltre, non di rado la sua livrea è caratterizzata da puntini rossastri. E’ dotato di ghiandole parotidi piuttosto evidenti e la pupilla è orizzontale. I maschi sono più piccoli delle femmine e hanno arti anteriori più robusti con calli sul primo dito, presentano inoltre un sacco vocale sotto la gola.

Habitat ed ecologia: I rospi smeraldini sono molto adattabili e resistono alle alte temperature. Preferiscono habitat boscati in pianura e in collina ma si rinvengono anche sulle coste, dove ci sono pozze, acquitrini o corsi d’acqua. Si possono comunque rinvenire anche lontano dall’acqua, di notte o sotto la pioggia. Se maneggiato, il rospo smeraldino emette una secrezione con odore di aglio e una secrezione lattescente e irritante. Gli adulti si nutrono di qualsiasi artropode riescano a cacciare grazie ad una lingua estroflessibile, i girini sono detritivori.

Riproduzione: I maschi per attirare le femmine emettono un trillo intenso ed armonico, simile a quello del grillo. Da marzo ad agosto avviene l’accoppiamento in acqua, il maschio si aggrappa alle ascelle della femmina, le uova vengono deposte in lunghi cordoni. I girini sgusciano dopo circa una settimana, la metamorfosi si compie in un mese e mezzo o due.

Stato di conservazione: Il rospo smeraldino è presente nell’allegato IV della Direttiva Habitat e nell’ Appendice II della convenzione di Berna. Secondo la IUCN la popolazione è a minor preoccupazione (Least Concern). La specie è minacciata dalla perdita dell’habitat dovuta alla frammentazione, all’utilizzo delle risorse idriche, dall’uso di diserbanti e pesticidi in agricoltura.

 Il tritone punteggiato

 Nome scientifico: Lissotriton vulgaris

Classificazione sistematica:

Classe: Anfibi

Ordine: Urodeli

Famiglia: Salamandridi

Genere: Lissotriton

Distribuzione geografica: Il tritone punteggiato è presente nel Nord e nel Centro Italia.

Identificazione: Il tritone punteggiato è di piccole dimensioni, circa 11 cm, ha una struttura slanciata, con arti relativamente esili, testa allungata, coda appuntita e pelle liscia. Presenta un corpo di colore bruno con punteggiature scure. Le parti inferiori sono molto chiare, tendenti al biancastro, con una striscia centrale arancione. Il capo presenta strie laterali scure. Nel periodo riproduttivo, in primavera, i maschi presentano una vistosa cresta che parte dal collo e raggiunge l’estremità posteriore. La cresta è presente anche nella parte inferiore della coda e assume un colore vivace dall’arancio al rosso vivo.

Habitat ed ecologia: I tritoni vivono in zone umide, lettiere dei boschi e campi coltivati per gran parte dell’anno, per esempio sotto il legno morto in foreste miste o nella fascia ripariale di stagni e laghi, ma in aree antropizzate anche in giardini o su prati. Nel periodo primaverile gli adulti raggiungono stagni e pozze d’acqua anche temporanee dove non solo si riproducono, ma sfruttano l’abbondanza di prede per assumere peso. Il tritone punteggiato si nutre di invertebrati, soprattutto insetti e anellidi.

Riproduzione: L’accoppiamento e la deposizione delle uova iniziano a marzo. I maschi e le femmine diventano acquatici e il maschio si esibisce in un corteggiamento ondeggiando la coda. Il maschio depone una spermatofora e la femmina la raccoglie per fecondare le uova. Le uova sono deposte singolarmente attaccate a foglie di piante acquatiche o altri oggetti sommersi. La schiusa avviene dopo 15 – 30 giorni, la larva presenta delle branchie esterne e si nutre di piccoli insetti acquatici, anellidi e altri invertebrati. La metamorfosi avviene dopo 2 – 4 mesi, le branchie vengono riassorbite e i polmoni diventano funzionali. Questi tritoni possono presentare il fenomeno della neotenia, ovvero mantengono un corpo larvale (acquatico, con branchie esterne) anche dopo aver raggiunto la maturità sessuale.

Stato di conservazione: Il tritone punteggiato è inserito nell’Appendice III della convenzione di Berna ed è considerato Quasi Minacciato (Near Threatened) dalla IUCN. Minacce importanti per questa specie sono la scomparsa e il deterioramento dell’habitat, l’immissione di pesci e gamberi alloctoni nei siti riproduttivi e la mortalità dovuta al traffico automobilistico.

tritone punteggiato
    lunedì 26, Febbraio 2024
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